Il guru dell'acqua

Nel sogno venne un guru tutto vestito di bianco e con un turbante in testa. Si fermò a circa tre metri da me. Aveva gli occhi chiusi.
— Sono qui per distruggerti — disse con tono tagliente e sicuro, mentre l'ombra della notte ci avvolgeva nel suo mantello. Intorno si fece subito buio. Il guru non si mosse, né disse altro. L'osservai a lungo aspettando la sua prima mossa.
Poi una fontana scolpita nel marmo emerse dalla terra colmando lo spazio in mezzo a noi. L'acqua riverberava di luce.
Senza dire una parola il guru entrò nella vasca e sedette sul fondo a gambe incrociate immerso fino a metà del torace. Da una bisaccia nascosta dietro la schiena tirò fuori un fazzoletto di seta giallo e lo distese sopra il masso piatto che affiorava alla sua destra. Estrasse una melagrana, l'aprì torcendola con la sola forza delle mani e dispose le due metà sul fazzoletto. La cosa meravigliosa era che aveva fatto tutto questo tenendo gli occhi sempre chiusi.
Allora alzò un braccio con grazia mostrandomi il dorso della mano con le dita unite puntate verso l'alto. Chiuse delicatamente il pugno verso di sé facendomi segno di entrare. E così feci io: mi sedetti nell'acqua tiepida di fronte a lui. Ormai non avevo più paura: avevo capito ch'era qui per insegnarmi qualcosa.
Unì i palmi delle mani nel mudra della preghiera appoggiandoli al petto e cominciò a schioccare la lingua con un ritmo lento e monotono. Questo suono mi penetrò l'anima fino a ipnotizzarmi. Presto non riuscii più a mantenere gli occhi aperti. Nel buio del mio essere avvertii un forte senso di straniamento e di leggerezza come se quella strana vibrazione mi stesse lentamente svuotando la mente rappacificandomi. Mi sentivo meglio, più libero e felice.
Poi lo schioccare della lingua si confuse con il suono del suo respiro: potevo percepire nitidamente il flusso dell'aria che entrava e usciva dai suoi polmoni quasi fossi dentro di lui. A ogni ciclo mi sentivo espandere e sollevare, buttando fuori l'aria cattiva e ricaricandomi con quella buona.
All'improvviso il suo respiro cambiò ritmo accelerando come se un'ondata di rabbia stesse montando da lontano. Cominciai ad avere paura. Tentai di aprire gli occhi per guardare, ma il buio non mi lasciava. Sentivo lo stantuffare pesante e prepotente del suo respiro avvicinarsi sempre più. Mi strofinai la faccia con le mani cercando di far scivolare il buio via da me come fosse un lenzuolo e con terrore scoprii che non avevo più occhi né palpebre: la pelle piatta e liscia laddove dovevano esserci i miei occhi!
Preso dal panico urlai mentre l'altro ormai all'apice dell'eccitazione si rovesciava su di me penetrandomi l'anima...

Mi risvegliai tutto sudato e allucinato, ancora immerso nella ragnatela di quella strana sensazione di possessione paralizzante. Poi riflettendo con calma compresi che quel respiro non poteva che essere il mio, distorto e amplificato da qualche effetto onirico. Ma dovevo saperne di più.

Ieri ne ho parlato con Riccardo per avere un conforto. Mi ha detto che molto probabilmente si è trattato di un tentativo abortito di sdoppiamento astrale: il mio spirito si è distaccato spontaneamente dal corpo e quando inconsapevolmente ho tentato di reagire, si è subito reintegrato. Può succedere che il processo di scissione astrale s'inneschi spontaneamente in seguito a un particolare contenuto onirico o alla volontà del soggetto di andare oltre. Non c'è nulla di cui debba preoccuparmi: le forti vibrazioni e l'acuirsi delle sensazioni fanno parte del processo. Devo soltanto imparare a controllare la paura se voglio continuare in questo genere di esperimenti. Da sempre l'uomo viaggia in astrale consapevolmente o inconsapevolmente e in questo non c'è nulla di sbagliato. Sono soltanto i nostri pregiudizi e tabù a sbarrarci il cammino: la paura di varcare un confine impossibile e proibito, la paura di perdersi e di non riuscire a tornare più indietro, la paura di morire.

Nessun commento:

Posta un commento